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Storia della normativa

L'handicap: diversi tentativi di definizione.
Ma chi è il portatore di handicap? Cosa vuol dire realmente la parola handicap, termine entrato ormai a far parte del nostro linguaggio e troppo spesso usato a sproposito, e chi può essere definito un portatore di handicap?
L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), in un suo manuale per una classificazione internazionale delle menomazioni, delle disabilità e degli svantaggi esistenziali, individua opportunamente tre momenti separati, ma coordinati, che intervengono in un processo invalidante:

 la menomazione (o minorazione),
 la disabilità,
 l'handicap (o svantaggio).

  • menomazione: qualsiasi perdita o anormalità afferente a strutture o funzioni psicologiche, fìsiologiche o anatomiche;
  • disabilità: ogni limitazione o perdita della capacità di compiere un'attività nel modo o nell'ampiezza considerati normali per un essere umano;
  • handicap: condizione di svantaggio conseguente a menomazione e/o disabilità che limita o impedisce l'adempimento del ruolo normale da parte di un soggetto in relazione all'età, sesso, fattori socio-culturali.
Nel 1999 l'OMS ha pubblicato la revisione di tale Classificazione (4) con lo scopo di offrire un quadro di riferimento per le "conseguenze delle condizioni di salute" valutando qualsiasi disturbo in termini di modificazione funzionale associata a condizioni di salute a livello del corpo, della persona e della società
L'ICDH-2 ha eliminato i termini disabilità e handicap che presentano una valenza negativa introducendo una terminologia più neutrale con riferimento all'attività e non più alla disabilità, alla partecipazione e non più all'handicap; viene quindi introdotto al posto del termine disabilità quello di "activities" e si sottolinea che esso fa riferimento non a ciò che è potenziale ma a quanto effettivamente realizzato dalla persona nella vita quotidiana.
Al posto del termine handicap si introduce quello di partecipazione, individuando così un concetto per cui ambienti diversi avranno un impatto diverso sulla persona in difficoltà

Riferimenti
Attuazione delle direttive 89/391/CEE, 89/654/CEE, 89/655/CEE, 89/656/CEE, 90/269/CEE, 90/270/CEE, 90/394/CEE, 90/679/CEE, 93/88/CEE, 95/63/CE, 97/42/CE, 98/24/CE, 99/38/CE e 99/92/CE riguardanti i miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori durante il lavoro. International Classification of Impairments Disabilities and Handicaps (ICIDH-1). ICIDH-2, International Classification of Functioning Disability and Healtli.


La legge italiana definisce come soggetti portatori di handicap:
  • le persone affette da menomazioni fisiche, psichiche e sensoriali comportanti sensibili difficoltà di sviluppo, apprendimento, inserimento nella vita lavorativa e sociale, di cui la scuola, accanto alla famiglia, rappresenta la più importante istituzione tra i tre-diciotto anni. (Sentenza della Corte Costituzionale n° 215 del 3 giugno 1987)
  • i cittadini affetti da minorazioni congenite o acquisite, anche a carattere progressivo, ... che abbiano subìto una riduzione permanente della capacità lavorativa non inferiore a un terzo o, se minori di anni 18, che abbiano difficoltà permanenti a svolgere i compiti e le funzioni propri della loro età. (Art. 2 Legge n° 118 del 30 marzo 1971)
LEGGE 5 febbraio 1992, n. 104 Legge-quadro per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate.
Essa fa riferimento al presupposto concettuale formulato dall'OMS, prima citato, che distingue fra menomazione, disabilità, handicap.

La legge, nel riordinare in senso generale l'assistenza,
  • ha posto al centro del progetto il recupero non solo funzionale, ma anche sociale della persona handicappata e vede come perno l'integrazione nella famiglia e nella scuola ma anche, e soprattutto, nel lavoro.
  • stabilisce che, ai fini dell'avviamento al lavoro, la valutazione della persona handicappata debba tener conto della capacità lavorativa e relazionale dell'individuo e non solo della minorazione fisica e psichica.
L'oggettiva validità residua del soggetto è dunque, il punto di partenza per l'inserimento dello stesso. Egli deve trovare esplicazione in un programma di integrazione nel mondo del lavoro attraverso tutta una serie di strumenti fra i quali la previsione di incentivi, agevolazioni ecc. ai datori di lavoro affinché adattino il posto di lavoro alle caratteristiche della persona handicappata, in accordo con quanto peraltro stabilito dal d.lgs. 626/94 (2) che parla di rispetto dell'ergonomia.

L'Articolo1 della legge ben ne evidenzia le finalità:

La Camera dei deputati ed il Senato della Repubblica hanno approvato;
Il presidente della repubblica promulga la seguente legge:
Art. 1

Finalità 1.

La Repubblica:

  • garantisce il pieno rispetto della dignità umana e i diritti di libertà e di autonomia della persona handicappata e ne promuove la piena integrazione nella famiglia, nella scuola, nel lavoro e nella società;
  • previene e rimuove le condizioni invalidanti che impediscono lo sviluppo della persona umana, il raggiungimento della massima autonomia possibile e la partecipazione della persona handicappata alla vita della collettività, nonché la realizzazione dei diritti civili, politici e patrimoniali;
  • persegue il recupero funzionale e sociale della persona affetta da minorazioni fisiche, psichiche e sensoriali e assicura i servizi e le prestazioni per la prevenzione, la cura e la riabilitazione delle minorazioni, nonché la tutela giuridica ed economica della persona handicappata;
  • predispone interventi volti a superare stati di emarginazione e di esclusione sociale della persona handicappata.
Riferimenti
1) Legge 104/92 "Legge-quadro per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate"
L'evoluzione normativa.
In Italia si è pervenuti ad una produzione normativa fra le più avanzate nel mondo, ma questo non garantisce che i diritti riconosciuti vengano sempre attuati. Il cammino non è ancora del tutto concluso. La scuola è ormai in grado di garantire un'integrazione pressoché totale, la società più ampia, invece, fa ancora fatica ad inserire ed integrare e tende quindi a stabilire dei confini, soprattutto per alcuni tipi di handicap, che presentano un più difficile inserimento in ambito sociale, anche perché la loro conoscenza è ancora abbastanza scarsa.
Le prime norme che vanno verso il riconoscimento di un diritto soggettivo per il portatore di handicap datano al 1925, anno in cui un Regio decreto consente la partecipazione nelle classi comuni dei soggetti ciechi, ai quali era però interdetto il lavoro di insegnanti.
Un vero e proprio balzo in avanti si ha con l'entrata in vigore della Costituzione italiana nel 1948.

La Costituzione fisserà alcuni principi che interpretati e
re-interpretati favoriranno sempre di più l'emanazione di norme più precise, più puntuali verso l'integrazione e l'inserimento.
A questo proposito si possono citare l'articolo 2, l'articolo 3, in cui si riconosce pari opportunità a tutti, in quanto cittadini della Repubblica e quindi allo stesso modo titolari di diritti; l'articolo 30, 31, 33 e 34, in cui si sancisce il diritto allo studio e quindi lo stato, la famiglia devono garantire a tutti gli alunni, nessuno escluso, questo diritto.
Per passare dall'enunciazione dei principi alla loro attuazione si è però resa necessaria un'intensa opera di interpretazione e re-interpretazione, effettuata in particolare dalla Corte costituzionale.
L'attuazione dei principi costituzionali comporta infatti sempre la produzione di norme che recepiscano i principi stessi traducendoli in contesto reale.
Solo nel 1971 entra in vigore la prima legge che prevede l'inserimento e degli alunni portatori di handicap nelle classi comuni. Essa, nel definire i soggetti portatori di handicap (definizione che non esisteva), crea degli strumenti anche per l'attribuzione di diritti.
Leggi promulgate in Italia in relazione all'handicap: sintesi della normativa utile alla consultazione.
La Legge 22 del 27 gennaio 2006, relativa all'esercizio del diritto di voto di persone con disabilità gravissima.

Legge 27 dicembre 2002, n.288: Provvidenze in favore dei grandi invalidi. (GU n. 305 del 31-12-2002)

Decreto 15 luglio 2002 Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali Ripartizione tra le regioni delle risorse finanziarie del Fondo per il diritto al lavoro dei disabili, istituito dall'art. 13, comma 4, della legge 12 marzo 1999, n. 68. (GU n. 221 del 20-9-2002)

Decreto 4 febbraio 2002: Determinazione per l'anno 2002 degli importi delle pensioni, degli assegni e delle indennità a favore dei mutilati ed invalidi civili, ciechi civili e sordomuti nonché dei limiti di reddito prescritti per la concessione delle provvidenze stesse. Gazzetta Ufficiale N. 53 del 4 Marzo 2002.

Circ. INPS del 30 gennaio 2002, n. 29: Articolo 80, comma 3, della Legge 23 dicembre 2000, n. 388. Maggiorazione del periodo di servizio effettivamente svolto dai lavoratori sordomuti o con invalidità superiore al 74 per cento o ascritta alle prime quattro categorie della tabella A allegata al DPR 30 dicembre 1981, n. 834.

D.M. n. 470 del 13 dicembre 2001: Regolamento concernente criteri e modalità per la concessione e l'erogazione dei finanziamenti di cui all'articolo 81 della Legge 23 dicembre 2000, n. 388, in materia di interventi in favore dei soggetti con handicap grave privi dell'assistenza dei familiari.

Circ. Inps 2001, n. 203. Legge 12 marzo 1999 n. 68 - Norme per il diritto al lavoro dei disabili. Misure per incentivare l'assunzione di soggetti disabili.

Decreto 13 dicembre 2001 n. 470: Ministro Lavoro - Regolamento concernente criteri e modalità per la concessione e l'erogazione dei finanziamenti di cui all'articolo 81 della Legge 23 dicembre 2000, n. 388, in materia di interventi in favore dei soggetti con handicap grave privi dell'assistenza dei familiari (Gazz. Uff. 18.1.2002 n. 15).

Decreto 12 luglio 2001: Ripartizione tra le regioni delle risorse finanziarie del Fondo per il diritto al lavoro dei disabili, istituito dall'art. 13, comma 4, della Legge 12 marzo 1999, n. 68. (G.U. n. 211 del 11/09/2001).

Circolare INPS 10 luglio 2001, n. 138: Direzione Centrale delle Prestazioni a Sostegno Del Reddito - "Provvidenze a favore di genitori di disabili gravi."

Circolare 23/2001: Norme per il diritto al lavoro dei disabili (Legge 12 marzo 1999, n.68) e relativo Regolamento di esecuzione (D.P.R. 10 ottobre 2000,n.333): aspetti sanzionatori. Chiarimenti operativi.

D.P.R. 10 ottobre 2000 n. 333: Regolamento di esecuzione della legge 12 marzo 1999, n. 68, recante norme per il diritto al lavoro dei disabili. (G.U. del 18/11/2000, n. 270).

Circ. INPS n. 133/2000: Benefici a favore delle persone handicappate.

Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 13 gennaio 2000.

Circolare 41/2000: Assunzioni obbligatorie. Ulteriori indicazioni per l'applicazione della L. 68 del 12.3.99. Integrazione delle circolari n.4/2000 e 36/2000.

Circolare 36/2000: Collocamento Obbligatorio L. 68 del 12.3.99. Richiesta Avviamento e Compensazione Territoriale.

Circolare 17/2000: Assunzioni obbligatorie. Legge 12 marzo 1999, n.68. Regime sanzionatorio.

Circolare 4/2000: Iniziali indicazioni per l'attuazione della Legge 12 marzo 1999, n.68, recante: "Norme per il diritto al lavoro dei disabili".

Legge 12 marzo 1999, n. 68: Norme per il diritto al lavoro dei disabili. (G.U. n. 68 del 23 marzo 1999)

Provvedimento - Garante per la protezione dei dati personali - 1 dicembre 1999.



Modifiche alla Legge 5 febbraio 1992, n. 104, concernenti misure di sostegno in favore di persone con handicap grave.

Decreto Legislativo 30 aprile 1997, n. 157: Attuazione della delega conferita dall'articolo 3, comma 3, lettera d), della Legge 8 agosto 1995, n. 335, in materia di potenziamento delle attività di controllo sulle prestazioni previdenziali ed assistenziale di invalidità e inabilità.

Decreto del Presidente della Repubblica 24 luglio 1996 n. 503: Regolamento recante norme per l'eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici, spazi e servizi pubblici.

Legge 8 agosto 1995, n. 335: Riforma del sistema pensionistico obbligatorio e complementare.

Decreto del Presidente della Repubblica 21 settembre 1994, n. 698: Regolamento recante norme sul riordinamento dei procedimenti in materia di riconoscimento delle minorazioni civili e sulla concessione dei benefici economici.

Decreto Ministeriale 31 ottobre 1992, n. 553: Regolamento recante disposizioni per l'accertamento delle condizioni reddituali e degli obblighi di comunicazione da parte dei mutilati ed invalidi civili, dei ciechi civili e dei sordomuti, nonché per l'eventuale revoca delle prestazioni e per la disciplina del diritto di opzione, in attuazione dell'art. 3, comma 2, della Legge 29 dicembre 1990, n. 407.

Legge 5 febbraio 1992, n. 104: legge-quadro per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate.

Legge 31 dicembre 1991, n. 429: Nuove norme in materia di indennità di accompagnamento ai ciechi civili ed ai pluriminorati.

Legge 15 ottobre 1990, n. 295: Modifiche ed integrazioni all'articolo 3 del D.L. 30 maggio 1988, n. 173 , convertito, con modificazioni, dalla L. 26 luglio 1988, n. 291, e successive modificazioni, in materia di revisione delle categorie delle minorazioni e malattie invalidanti.

Legge 11 ottobre 1990, n. 289: Modifiche alla disciplina delle indennità di accompagnamento di cui alla L.21 novembre 1988, n. 508, recante norme integrative in materia di assistenza economica agli invalidi civili, ai ciechi civili ed ai sordomuti e istituzione di un'indennità di frequenza per i minori invalidi.

Circolare 22 giugno 1989, n. 1669/U.L.: Min. LL.PP. - circolare esplicativa della legge 9 gennaio 1989, n. 13.

D. M. LL.PP. 14 giugno 1989, n. 236: Prescrizioni tecniche necessarie a garantire l'accessibilità, l'adattabilità e la visibilità degli edifici privati e di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata e agevolata, ai fini del superamento e dell'eliminazione delle barriere architettoniche.

Legge 9 gennaio 1989, n. 13: Disposizioni per favorire il superamento e l'eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici privati.

Decreto Legislativo 23 novembre 1988, n. 509: Norme per la revisione delle categorie delle minorazioni e malattie invalidanti, nonché dei benefici previsti dalla legislazione vigente per le medesime categorie, ai sensi dell'articolo 2, comma 1, della Legge 26 luglio 1988, numero 291.

Legge 21 novembre 1988, n. 508: Norme integrative in materia di assistenza economica agli invalidi civili, ai ciechi civili ed ai sordomuti.

Legge 26 luglio 1988, n. 291: Conversione in Legge, con modificazioni, del decreto-Legge 30 maggio 1988, n. 173, recante misure urgenti in materia di finanza pubblica per l'anno 1988. Delega al Governo per la revisione delle categorie delle minorazioni e malattie invalidanti e dei relativi benefici.

Legge 13 dicembre 1986, n. 912: Interpretazione autentica dell'articolo 12, ultimo comma, della Legge 30 marzo 1971, n. 118, e dell'articolo 7, ultimo comma, della Legge 26 maggio 1970, n. 381, in materia di quote di assegni o pensioni spettanti agli eredi di mutilati o invalidi civili e di sordomuti.

Legge 26 luglio 1984, n. 392: Interpretazione autentica dell'articolo 1 della Legge 11 febbraio 1980, n. 18, in materia di indennità di accompagnamento agli invalidi civili totalmente inabili.

Legge 11 febbraio 1980, n. 18: Indennità di accompagnamento agli invalidi civili totalmente inabili.

Legge 22 dicembre 1979, n. 682: Aumento della indennità di accompagnamento a favore dei ciechi civili assoluti.

Legge 18 dicembre 1973, n. 854: Modalità di erogazione degli assegni, delle pensioni ed indennità di accompagnamento a favore dei sordomuti, dei ciechi civili e dei mutilati ed invalidi civili.

Legge 30 marzo 1971, n. 118: Conversione in Legge del D.L. 30 gennaio 1971, n. 5 e nuove norme in favore dei mutilati ed invalidi civili.
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